Mangiare bio fa bene a tutti

Fare la spesa è ormai un’attività che richiede attenzione, informazione e senso etico. Da qualche anno a questa parte, infatti, le scelte dei consumatori si sono indirizzate verso prodotti che contengono ingredienti naturali, preferibilmente di origine biologica e il più possibile rispettosi dell’ambiente.

I produttori specializzati in prodotti biologici sono proliferati; le grandi marche hanno rinunciato ai conservanti, ai grassi saturi e all’olio di palma; le confezioni sottolineano con slogan e immagini la qualità degli ingredienti. Alcuni termini sono ormai un must per far colpo su consumatori sempre più esigenti: “agricoltura sostenibile”, “certificazione biologica”, “allevamento a terra”, “alto contenuto di fibre”, “integrale”, “NO OMG”… ce n’è per tutti i gusti.

Saper leggere l’etichetta

Per orientarsi nella vasta offerta che il mercato mette a disposizione – a prezzi, spesso, non proprio accessibili – il consumatore ha a propria disposizione una serie di strumenti, primo tra tutti l’etichetta. Quasi tutti sanno ormai come leggere la tabella delle informazioni nutrizionali degli alimenti; più difficile forse comprendere la lista degli ingredienti. Tuttavia, la presenza del logo dell’Unione Europea che certifica l’origine biologica del prodotto è una garanzia che si sta scegliendo un alimento sano e sicuro.

Sebbene, da un punto di vista strettamente nutrizionale, il presunto valore aggiunto degli alimenti di origine biologica sia una questione ancora aperta e dibattuta, e da più parti si neghi che gli alimenti biologici rappresentino un vantaggio. In senso più ampio, però, i benefici di questo tipo di produzione sono innegabili.

L’agricoltura e gli allevamenti biologici

L’agricoltura e l’allevamento biologici, infatti, hanno un impatto ambientale molto ridotto rispetto ai metodi intensivi. Le quantità prodotte sono molto limitate (anche per questo i prezzi sono più alti), ma gli ecosistemi vengono rispettati. In un certo senso, non si piega la natura alle esigenze della produzione, ma è la produzione che si adatta alle esigenze della natura. Inoltre, al posto dei fertilizzanti chimici e dei pesticidi tossici, vengono impiegati sistemi naturali come i rifiuti vegetali e animali, estratti di piante, insetti che mangiano i parassiti. Nell’allevamento, gli animali vengono lasciati crescere e svilupparsi secondo il proprio ciclo naturale, senza ormoni o antibiotici.

Questo significa che nel nostro piatto non troveremo più residui di sostanze dannose, che possono accumularsi nell’organismo, causando nel tempo problemi di salute. Anche la prevenzione viene fatta in maniera naturale, con una serie di tecniche che non hanno impatto sugli ecosistemi, come la rotazione, le siepi contro gli inquinanti, o la copertura con fieno contro le erbe infestanti. Nell’allevamento si ricorre al pascolo libero, a diete naturali con alimenti biologici e si mantiene il legame con l’ambiente, scegliendo le razze da allevare non in base al rendimento, ma preferendo quelle tipiche del territorio.

Assenza di sostanze nocive

Se dunque, il valore aggiunto della produzione biologica non sta propriamente nella sua qualità nutrizionale, i vantaggi di un’alimentazione di origine biologica stanno principalmente nell’assenza di sostanze nocive. Fitofarmaci, conservanti, coloranti, OGM, e tutte le altre sostanze dannose già menzionate sono banditi dall’agricoltura e dall’allevamento di origine biologica.

Va detto, però, che la scienza ha comunque dimostrato percentuali di vitamine, minerali, e soprattutto di antiossidanti, maggiori negli alimenti di origine biologica rispetto a quelli prodotti con tecniche intensive. Si può dire, allora che il beneficio dell’alimentazione bio sia duplice e che la produzione biologica fa bene a tutti: un bel morso ad un frutto succoso è dunque un gesto che racchiude in sé più nutrienti, meno sostanze tossiche, e più rispetto per l’ambiente.